omotossicologia veterinaria

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manolo2010
view post Posted on 26/4/2010, 14:29




Ho trovato un articolo molto interessante
di Stefano Cattinelli e Roberta Benini che riguarda l'omotossicologia applicata alla veterinaria.In pratica parlano delle varie forme di reazione che si possono osservare in un processo di guarigione,ad esempio le diarree,dermatiti,otiti,congiuntiviti che se di tipo acuto o sub-acuto sono manifestazioni del fatto che il soggetto in questione ha ancora la capacità di eliminare tossine attraveso la cute,però nell'animale queste reazioni posso portare problemi ed elencano i vari tipi di problemi:

1) complicazioni batteriche causate dal trattamento


2) autolesionismo marcato dovuto al prurito


3) produzioni di secrezioni e cattivi odori


4) inestetismi dovuti alla mancanza di pelo ( che sinceramente mi sembra il minore dei problemi)

Il sintomo prurito è di gran lunga il problema più sentito dall'animale e dal proprietario ed è quello che spinge di solito il veterinario ad una quanto mai spiccia terapia che sopprime il sintomo.
La medicina cinese invece porta ad agire soprattutto a livello epatico.

In omeopatia i rimedi più comuni per stimolare la funzionalità epatica sono:

Lycopodium:
In presenza di ipertrofia epatica con dolore alla palpazione e sazietà dopo pochi
bocconi, meteorismo; peggioramento tra le 16 e le 20.

Chelidonium:
rimedio usato in caso di ittero,il chelidonium agisce elettivamente sul lobo destro
del fegato e sulla vescica biliare, utile in presenze di litiasi biliare.

Cardus Marianus: agisce sul lobo sinistro del fegato diminuendo la
congestione epatica e la stasi portale.

Phosphorus:
utile quando siano presenti dei danni al parenchima epatico, con aumento
delle transaminasi; tendenza alla degenerazione grassa.

Nux vomica: se il problema epatico è una conseguenza dell'ingestione di cibi avariati; sono presenti feci dure (attualmente lo sto somministrando ad uno dei miei gatti che ma non perchè questi ha ingerito cibi avariati ma per malassorbimento dovuto probabilmente ad un virus che si porta dietro da sempre e tra un pò dovremo controllare anche se la situazione sta migliorando e di quanto.........per questo tipo di problema però stiamo utilizzando un rimedio allopatico)

Aesculus hipp.: congestione epatica con ittero.

Taraxacum:
agisce sulla congestione portale favorendo il drenaggio.

Cynara scolymus: tonico con effetto stimolante le funzioni disintossicanti epatiche.

Feltauri: disfunzioni epatiche con disturbi della disintossicazione, aumento della peristalsi con lievi manifestazioni gastroenteriche.
Il rimedio omotossicologico che più di tutti si è rivelato importante sotto questo profilo è Hepeel. Sia la somministrazione orale di una compressa tre volte al dì, sia quella parenterale di una fiala al dì
sottocute, hanno dato ottimi risultati. I cicli di terapia venivano sempre continuati per un certo periodo dopo la remissione dei sintomi.L'effetto comunque è sempre rapido e duraturo.
Un altro rimedio che è risultato molto utile è Lycopodium compositum; in alternativa all'Hepeel o associato con la posologia di una fiala sottocute ogni tre giorni. Solo in certi casi, soprattutto se il
soggetto aveva utilizzato la cute come emuntore per lungo tempo, , èstato usato Psorinoheel, 10 gocce tre volte al dì.
Con questi rimedi, usati a basse diluizioni, si effettua una stimolazione eun drenaggio a livello fisico; è importante sottolineare il fatto che comunque la " repertorizzazione " , quando è possibile, può
portare alla scelta di rimedi omeopatici unitari più consoni alla totalità del soggetto. In questo caso sarà cura del terapeuta valutarecaso per caso la diluizione e l'eventuale associazione con la
floriterapia. Sia i rimedi omotossicologici sia i rimedi floreali vengono sempre testati con la tecnica kinesiologica per ottimizzare la scelta terapeutica.

L'articolo è molto interessante,io ora utilizzo solo l'omeopatia integrata con la medicina allopatica in casi d'urgenza però la medicina cinese a livello umano da risultati incredibili (ne parlo per esperienza diretta),mi chiedo se qualcuna di voi è a conoscenza di medici veterinari che applicano la medicina cinese qui in Italia....se sapete qualcosa madatemi i riferimenti che io provo a fare una lista completa di Veterinari alternativi.Mandatemi anche una lista di medici tradizionali bravi................un'integrazione delle due sarebbe la cosa migliore.


 
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manolo2010
view post Posted on 26/4/2010, 14:54




Continuo il discorso sull'omotossicologia.........nel senso che ho trovato un articolo che spiega chiaramente la sua storia :
I PRINCIPI DELL'OMOTOSSICOLOGIA

L'Omeopatia antiomotossica o Omotossicologia (etimologicamente: studio dei fattori tossici per l'uomo) identifica nelle "omotossine" la causa cui ricondurre eziologicamente tutte le malattie.
Qualunque organismo è continuamente attraversato da un'enorme quantità di tossine esogene (batteri, virus, tossine alimentari, fattori di inquinamento ambientale, cataboliti di farmci di sintesi, stress emotivi, ecc.) ed endogene (prodotti intermedi dei diversi metabolismi, cataboliti finali, ecc.).
In accordo alla teoria di von Bertanlanffy, secondo cui l'organismo è un sistema di flusso in equilibrio dinamico, se l'omotossina non è particolarmente "virulenta" e se i sistemi emuntoriali sono efficienti, essa attraversa l'organismo-sistema di flusso senza determinare alcuna interferenza nella sua omeostasi, che resterà pertanto nella condizione di equilibrio, cioè di salute.
Se viceversa, o perchè la tossina è particolarmente "aggressiva" o perchè i sistemi di drenaggio emuntoriale non sono sufficienti, si determina un'alterazione dell'equilibrio, che l'organismo, nella sua naturale tendenza verso il mantenimento o il ripristino della sua "omeostasi ristretta" (Laborit), cercherà di compensare innescando meccanismi supplementari di tipo autodifensivo: le malattie.

Se per Hahnemann "la noxa è niente, il terreno è tutto", e negli anni successivi, da Pasteur in poi, ci si fossilizza invece in una guerra cieca e senza esclusione di colpi al "microbo", per Reckeweg la malattia è da interpretare come la risultante che scaturisce dall'interreazione tra noxa patogena, fattori ambientali e soprattutto reattività. Per citare il padre dell'Omotossicologia: "le malattie sono l'espressione della lotta dell'organismo contro le tossine, al fine di neutralizzarle ed espellerle; ovvero sono l'espressione della lotta che l'organismo compie naturalmente per compensare i danni provocati irreversibilmente dalle tossine". evidenziamo in qualche modo questa frase. Riportandola in un box accanto al testo o simili...".

Come è facile intuire si tratta di una visione biologica del processo di guarigione: con i farmaci omotossicologici si stimola la capacità di autoguarigione del paziente attraverso il ripristino delle sue capacità metaboliche, enzimatiche, immunologiche, emuntoriali, giungendo alla definitiva eliminazione del carico tossico responsabile del quadro morboso, cioè alla vera guarigione.
Ben altra direttrice seguono, viceversa, i farmaci di sintesi: la soppressione dei sintomi conduce ad un approfondimento della patologia nell'organismo, al blocco della sua capacità reattiva, o, spesso, alla cronicizzazione della malattia.
Partendo da queste considerazioni, il Dr. Reckeweg osservò e descrisse un fenomeno di grande interesse: la vicariazione, cioè lo spostamento della malattia da un tessuto all'altro, da un organo all'altro. La vicariazione può avere una prognosi positiva (in questo caso è detta "regressiva" e corrisponde al processo di guarigione naturale) o, viceversa, negativa (in questo caso è detta "progressiva" e coincide, per esempio, con il processo di cronicizzazione). Ebbene, con la terapia omotossicologica si noterà la cosiddetta vicariazione regressiva, cioè lo spostamento della malattia da organi più nobili e profondi verso organi o sistemi deputati all'escrezione delle tossine.
La grande capacità di sistematizzazione portò il Dr. Reckeweg a concepire un quadro sinottico, la Tavola delle Omotossicosi, coagulando in esso, insieme, il patrimonio diagnostico dell'Omeopatia, i fondamenti dell'Embriologia, le moderne acquisizioni di semeiotica medica e di fisiopatologia.
In base alla Tavola delle Omotossicosi, a seconda dell'entità dell'aggressione e dell'integrità del sistema difensivo autologo (che Reckeweg chiama Sistema della Grande Difesa), l'organismo manifesta quadri clinici differenti che si possono agevolmente classificare in 6 fasi..

Tavola 6 fasi.pdf

Nella sua Tavola, Reckeweg rappresenta i vari gradi di reattività attraverso i quali l'organismo cerca di mantenere o ripristinare la propria omeostasi, il proprio equilibrio, il proprio stato di salute. Ogni fase rappresenta l'espressione delle diverse capacità reattive (infiammatorie) dell'organismo.
È proprio l'inquadramento della patologia nella Tavola delle Omotossicosi ad orientare la scelta della strategia terapeutica.
IL CONTRIBUTO DI RECKEWEG ALLO SVILUPPO DELL'OMEOPATIA

Numerosi e diversi sono i contributi portati dall'Omotossicologia all'evoluzione del pensiero omeopatico.
Si è già detto della visione prospettica che Reckeweg propose per una Medicina integrata che coagulasse in sé Omeopatia e Allopatia, ma forse, ancor più di questo, la preziosa eredità che egli ci ha lasciato è quella di aver fornito le basi speculative per un'interpretazione dei principi dell'Omeopatia non più basata solo sull'empirismo ma sulla scientificità.
Con Reckeweg, i principi di similitudine, delle dosi infinitesimali, dell'individualità, su cui poggia l'Omeopatia, trovano finalmente un suffragio di veridicità scientifica e sperimentale.
Fra i lavori di riferimento più interessanti in questo senso ci piace citare il Test del cortisone di Hauss e collaboratori (1968), chiaro esempio di come l'effetto di una sostanza omeofarmacologicamente attiva vari al variare della propria concentrazione (principio delle dosi infinitesimali). Scopo dell'esperimento è valutare, in vitro, l'attività della sostanza fondamentale della matrice extra-cellulare, ovvero la sua reattività (o, se si preferisce, la sua "capacità di infiammarsi").
A tal scopo, 0,2 g di pelle di topo vengono messi in incubazione con 5 ml di una soluzione contenente S35 (cioè un isotopo dello Zolfo facilmente rilevabile e misurabile all'interno delle cellule) e varie concentrazioni di cortisone (potente farmaco antinfiammatorio), a partire da 5 mg fino a 0,000005 mg.
Scopo dell' esperimento è osservare se si verificano variazioni di assorbimento del S35 (indice di attività connettivale) col variare della quantita' di cortisone.
Ad alte concentrazioni di cortisone (5 mg) si osserva un effetto inibitorio, cioè le cellule in incubazione non includono il S35: il cortisone svolge pienamente la sua azione antinfiammatoria
Diluizioni molto più elevate, fino a 0,0005 mg di cortisone, hanno ancora un effetto fortemente inibitorio.
Quando il grado di diluizione del cortisone è pari a 0,00005 mg si verifica un inversione dell'effetto, e l' assorbimento del S35 da parte delle cellule di pelle di topo aumenta sensibilmente, superando anche il valore di controllo. La concentrazione 0,00005 g di cortisone in 5 ml di soluzione corrisponde ad una diluizione omeopatica decimale D8.
Quando il grado di diluizione del cortisone diventa 0,000005 mg in 5 ml (pari alla diluizione omeopatica D9) l' attività di inclusione del S35 da parte delle cellule diventa ancora più eclatante, cioè il cortisone da antinfiammatorio diviene pro-infiammatorio.

Sempre su questo filone di ricerca, non si può non citare l'eccellente lavoro di Conney e Burns (1963): grazie a questo test in vivo trovano una dimostrazione scientifica tanto il principio delle dosi infinitesimali quanto il principio di similitudine.
Per via intraperitoneale vengono iniettate dapprima dosi massicce di metilcolantrene, un colorante della famiglia degli azulenici con forte potere epato-carcinogeno (simili esperienze vengono compiute anche con il CCl4): viene così provocata sperimentalmente una patologia degenerativa a carico del fegato.
Ai topi così pretrattati vengono somministrate dosi decrescenti dello stesso meticolantrene, fino ad arrivare a concentrazioni omeopatiche pari a D3-D4 (10-3-10-4): si osserverà, in questo modo, una regressione della forma degenerativa. Grazie alla Biochimica sappiamo perché: la dose infinitesimale di metilcolantrene funziona da induttore enzimatico stimolando l'epatocita alla sintesi di un enzima antitossico-specifico (laN-demetil-amino-ossidasi) in grado di neutralizzare le molecole tossiche di metilcolantrene (legge delle dosi infinitesimali o dell'effetto inverso). Ma non basta: ciò che più stupisce è che gli enzimi antitossico-specifici sono attivi non solo sul metilcolantrene che li ha indotti, ma anche su tutti gli azocoloranti, cioè verso i "tossici" simili al metilcolantrene (legge di similitudine).
LA FARMACOLOGIA OMOTOSSICOLOGICA

Il contributo di H. H. Reckeweg allo sviluppo dell'Omeopatia è andato ben oltre l'aver proposto le chiavi di lettura per l'interpretazione scientifica del meccanismo d'azione del rimedio omeopatico. Con la Casa HEEL GmbH, da lui fondata nel 1936, Reckeweg propone una Farmacologia originale ed innovativa: accanto ai rimedi omeopatici classici (derivazione vegetale, minerale, animale) egli introduce una serie di principi omeopatici "nuovi", che rappresentano l'attualizzazione omeopatica dell'Immunologia e della Biochimica: ecco comparire nuovi ceppi nosodici (veri e propri immunostimolanti), ecco i catalizzatori del Ciclo di Krebs ed i chinoni omeopatizzati (veri e propri stimolatori metabolici), gli organoterapici "Suis"(stimolatori della funzione e della struttura di tessuti ed organi), gli allopatici omeopatizzati (veri e propri antidoti ai danni jatrogeni causati dai farmaci di sintesi) e, soprattutto, la rivoluzionaria classe dei preparati composti, cioè delle composizioni ideali di rimedi, vere e proprie unità terapeutiche, ognuna specifica per ogni patologia.
 
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